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fs_rm.
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“Oh life goes on
And it's only gonna make me strong
It's a fact, once you get on board
Say good-bye cause you can't go back
Oh it's a fight, and I really wanna get it right
Where I'm at, is my life before me
And this feelin' that I can go back
Life goes on”
(Life goes on - LeAnn Rimes)
Bugie… nient’altro che bugie
Era così che si era svegliata... sola
Lui non c’era, ma dopotutto...
Lui non c’era mai stato
E non ci sarebbe mai
E ora rimaneva solo il vuoto
L’unica traccia di lui era un oggetto
Il suo violino
L’ultimo ricordo che aveva di lui le tornava in mente quando guardava quella macchia rossa, nel lenzuolo del suo letto
Perché lui non sarebbe tornato
Era la sua vita prima di lei
E i suoi sentimenti...
Lei poteva tornare indietro...
7 anni prima...
Un bambino, del’asilo aspettava ...
Sua madre era in ritardo, raro...
Guardava i suoi compagni andare via insieme ai loro genitori
Guardava in silenzio,triste,ma non abbastanza da piangere
Lui non piangeva, perché poi?
Guardava e pensava, a suo padre
Che mai aveva incontrato, nemmeno sapeva chi era
Non sapeva nemmeno se era vivo...
- Andiamo? – era la voce di sua madre, ma chi l’avesse vista non l’avrebbe detto mai, perché la ragazza aveva all’incirca 17 anni e lui solo 5
Ma che comunque, questionava la sua nascita, ma era abituato
Era sempre stato così e sempre sarebbe stato così
- Ben tornati Aru... e Amu -
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Mikytkd.
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io già ti seguo su EFP xò ti faccio di nuovo i complimenti x questa storia e anke le altre ^^ sei bravissima! . -
fs_rm.
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Grazie mille ^-^
- È così affascinante – commentavano alcune
- È così misterioso – commentavano altre
Era così fin da quando era arrivato alla Seiyo
Le sue compagne spifferavano cose non vere su di lui, i suoi compagni lo odiavano
Ma fin da quando faceva l’asilo era così
Lui era sempre stato così, fin da bambino, e secondo le sue compagne quel suo modo di fare era irresistibile, “Il suo modo scontroso e oscuro è affascinante” dicevano loro
Mentre lui non capiva e forse non voleva capire
Driiiiin...
Come ogni giorno ripeteva quella strada per tornare a casa, e quando tornava la trovava vuota...come al solito
Sentì la porta aprirsi...sapeva chi era
- Oh...Ciao Aru che ci fai già a casa? – gli chiese sua zia quindicenne
- Io a quest’ora sono sempre a casa, solo che tu non te ne accorgi mai, visto che non ci sei mai – rispose lui sorridendo beffardo e alludendo agli innumerevoli ragazzi di sua zia
- A quanti siamo arrivati...59? L’ultimo era il 45° - disse ancora con quel ghigno i faccia, sua zia si presentava con un nuovo fidanzato ogni settimana
- Non è assolutamente vero... – disse gonfiando le guance e diventando rossa come un pomodoro, esattamente come la sorella
- E poi sono 67 – disse a bassa voce dopo, facendo ridere il ragazzo
Salì in camera sua, si abbassò e prese un oggetto da sotto il letto, aprì la custodia, e guardò il suo violino... il violino di suo padre
- Vuoi suonarlo? – chiese una voce alle sue spalle ma che non era di sua zia, chiuse in fretta la custodia del violino e si alzò verso la voce
- Mamma? – chiese sorpreso, a quel ora sua madre non c’era, di solito tornava tardi
- Sono tornata prima, per vederti – rispose sorridente la ragazza dai capelli rosa e gli occhi color caramello
- So badare a me stesso, grazie – come al solito, era sempre così
- Aru, so che a scuola hai difficoltà a socializzare, parlamene ti prego – il suo tono da dolce divenne malinconico, e lo guardò negli occhi cobalto, più splendenti che due zaffiri
- Non sono affari tuoi – non sarebbe mai cambiato
- Aruto, smettila, così assomiglia a tuo... – si bloccò, le parole le morirono in boca
- Assomiglio a chi? A mio padre? Lo dici quasi fosse una cosa orribile – disse distogliendo lo sguardo
- Sai che non voglio parlare di tuo padre – il suo tonò di voce cambiò ancora
- Perché? Mai...mai, nemmeno un'unica volta mi hai parlato di lui, perché? – chiese Aru guardandola con fermezza
Sua madre non disse nulla, soltanto usci dalla sua stanza, ma lui sapeva che piangeva...
Lo sapeva troppo bene
Guardò il suo violino, ben chiuso nella sua custodia
- Vorrei far felice mia madre, con il mio violino, per mio padre...- lo disse guardando il cielo come un desiderio, dopo di che se ne andò a dormire
Mentre in salotto invece la ragazza era appena scesa, ma non piangeva, non voleva piangere
- Credi davvero che sia la cosa giusta Amu...tenergli nascosto chi è suo padre? – chiese
- Si...Ami, sai benissimo perché non voglio che sappia – disse nascondendo il volto
- Lo so...e per questo credo che non sia giusto non dirgli di Ikuto -. -
.Stefa..
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Bellissimo, sei bravissima *.* Non vedo l'ora di continuare a leggere ^^ . -
fs_rm.
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Grazie mille ecco il new (che new non lo è tanto) cappy
Il mattino dopo Aru si svegliò presto, ma prima di scendere dal letto vide qualcosa in esso...
- Aaaaaaahhhhhhhhh - ... delle uova, tre per l’esattezza
- Aru va tutto bene? – era sua madre da sotto
- Sì, tutto bene – rispose lui non distogliendo lo sguardo dalle uova
Il primo era blu con disegnato un violino e delle note su di esso.
Il secondo era sempre blu, ma al centro aveva una fascia nera e c’era il disegno di quello che sembrava un gatto.
E il terzo era simile ad un uovo di pasqua pieno di strisce e decorazioni colorate
Sentì dei passi, era sua madre, prese le uova, le mise in qualcosa di caldo e le mise nella cartella.
- Sicuro che è tutto a posto? – chiese Amu preoccupata
- Certo, perché non dovrebbe essere? – rispose, con un tono di voce preoccupato.
Amu usci e Aru si vesti velocemente e usci senza fare colazione, correva a perdifiato fin che non arrivo a scuola con il fiatone, quando sentì delle ragazze esultare
- Sono loro, arrivano – Aru si girò e vide quattro ragazzi
- Sono i guardians – esclamarono, mentre lui non aveva la più pallida idea di chi fossero
- Kiseki Hotori il king’s chair – Era un ragazzo biondo poco più basso di lui e gli occhi di un rosso fuoco
- Hikari Souma la queen’s chair – Era una ragazza anch’essa bionda ma gli occhi color verde smeraldo
- Il jack’s chair Akira Sanjo – Era un ragazzo dai capelli verdi e occhi marroni
- L’Ace’s chair Nadeshiko Fujisaki – Era una ragazza bassetta e dai lunghi capelli biondi e gli occhi da cerbiatta che le davano un’aria dolce
In effetti, indossavano un mantello che probabilmente serviva a differenziarli dai comuni studenti ma Aru ancora non capiva chi fossero.
- Tu sei lo studente nuovo piacere sono Kiseki – il ragazzo gli porse la mano ma lui rifiutò
- Patetico – fu l’unica cosa che disse prima di dirigersi in classe
Le ore passarono in fretta e arrivò l’ora di ginnastica e quel giorno ci sarebbe stato il nuovo professore, pochi sapevano chi era.
- Buongiorno sarò il vostro nuovo insegnante mi chiamo Kuukai Souma – si presentò e ad Aru sembrava famigliare “Ma certo quella ragazza Hikari Souma, che sia sua figlia” pensò Aru
- Bene chi vuole iniziare? – tutti si fecero da parte tranne Aru non era un tipo che si tira indietro
- Ehi! Tu come ti chiami? – chiese Kuukai ad Aru
- Aruto Hinamori – rispose lui, Kuukai rimase sorpreso a sentire il suo cognome ma si ricompose
- So esattamente cosa fare con te – disse con il suo solito sorriso, tirando fuori una corda e porgendola al ragazzo e quando lui la prese, inizio a correre
Finiti i giri Kuukai si avvicinò ad Aru che aveva ancora il fiato corto per prima
- Ehi!Sei stato bravo, sai! – disse lui
- Grazie – disse Aru facendo un mezzo sorriso
- Ho visto solo una persona che è riuscita a “sopravvivere” al mio allenamento – disse alludendo ad Amu
Intanto lontano da li, per l’esattezza in un aeroporto un ragazzo ritornava dopo dodici anni, lì...
- Finalmente, sono tornato –
“I can't live without you...
I just can't take any more...
this life of solitude...
I guess that i'm out the door...
and now i'm done with you...”
(Always – Saliva)
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