Spicy Pink! di Wataru Yoshizumi: recensione

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  1. Ritsu™
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    Wataru Yoshizumi, conosciuta in Italia grazie all’apprezzato Marmalade Boy, ed all’ancor più nota trasposizione animata “Piccoli problemi di cuore”, firma questo Josei in due volumi pubblicato originariamente nel 2007 sulla rivista Chorus di Shueisha, ed edito in Italia da Panini Comics.

    Partiamo subito dall’edizione che, sostanzialmente, vale i suoi 4,30€; certo non vi è una sovraccoperta o altri particolari extra, ma l’albo risulta flessibile e resistente. La carta, lievemente grigia, contribuisce ad attenuare ogni trasparenza, senza influire negativamente sulla resa dei retini o la qualità di stampa generale. Inoltre è stato fatto un buon lavoro anche con l’adattamento grafico, mai troppo invadente, soprattutto grazie alle onomatopee tradotte a lato delle vignette.

    Passando alla storia, tutto inizia con Sakura, una mangaka che decide di ricominciare a coltivare una propria vita sentimentale col fine di dare più spessore agli shojo manga che realizza; così si lascia trascinare da una sua amica e collega ad una sorta di meeting che ha proprio il compito di agevolare l’incontro di possibili partner.
    Sakura fa così la conoscenza di un chirurgo plastico, Koreda Iku, che calamita da subito le sue antipatie: anche se sembra inizialmente dimostrare genuino interesse, l’uomo finisce per consigliare a Sakura delle operazioni estetiche, invitandola per di più nella sua clinica e garantendole un prezzo concorrenziale! Ovviamente la nostra protagonista non la prenderà bene, ma il destino vorrà che i due si rincontrino dopo qualche giorno in un bar dove, nonostante continui ad irriderla, lui le chiederà da ultimo di diventare la sua ragazza!
    La lettura procede prodiga di simpatici battibecchi, ma verrà resa ancor più intrigante dall’ombra oscura nel passato del giovane chirurgo.
    La trama quindi risulta mediamente interessante, senza spunti particolarmente originali, ma saprà conquistare il lettore con la sua leggerezza ed una eleganza narrativa che ben si sposa col maturo stile grafico di Wataru Yoshizumi.


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    Raramente, in un manga di questo tipo, si vedono disegni così esili e puliti vantare un tratto deciso e raffinato allo stesso tempo. I retini son adoperati il minimo indispensabile, spesso per dar il necessario risalto ai fondali, sempre curati ed ordinati, dove ogni elemento ha la sua giusta ubicazione e perfino le palle di carta accartocciata cadute fuori dal cestino vantano una loro credibilità.
    Un disegno che difficilmente non può essere definito aggraziato in ogni vignetta, come si nota in ogni effimera sfumatura dei dolci occhi di Sakura, e perfino nei suoi capelli scarmigliati e vaporosi che, uniti all’abbigliamento casual, ne accrescono la bellezza acqua e sapone, anziché farla apparire disordinata.

    Alla fine, più che di amore, questo manga sembra voler parlare della ricerca della felicità, invitando il lettore ad abbattere i muri dentro i quali ci si auto reclude, e cogliere ogni occasione al volo, come unica ed irripetibile. Anche questo ci insegna Spicy Pink coi suoi protagonisti facili vittime di se stessi.
    In definitiva un manga maturo, che mette sul piatto una buona trama, personaggi ben caratterizzati, relazioni secondarie che hanno una vita propria, e disegni sublimi che rendono Spicy Pink sinonimo “eleganza”. Un'opera che nel suo piccolo risulta veramente speciale, e che fa sperare in un seguito, visto il “continua prossimamente” presente al termine del secondo volume. Anche se il manga si è concluso nel 2008, chissà che la Yoshizumi non abbia in programma di riprendere un giorno in mano l’esistenza della dolce e confusa Sakura.

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    Miniserie consigliata a chiunque cerchi un manga ben fatto e non prolisso; per convincere chi è ancora restio all’acquisto, cito una frase dell’autrice:
    “Se si presenta ai lettori degli strani ingredienti senza neanche cucinarli, è ovvio che non li gusteranno con piacere. Se invece si servono loro delle banali patate e carote, cucinate però con personalità e stile, i lettori apprezzeranno molto di più”.
    Questo forse significa che Spicy Pink è banale? Ebbene sì, come già detto gli ingredienti che costituiscono la trama son semplici, ma è la giusta cottura ed il contorno che la rendono speciale.
    Detto questo non mi resta che augurarvi “buona abbuffata”!

     
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0 replies since 25/4/2010, 15:40   15 views
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