La ragazza Verdeacqua intrisa nel rossosangue

Splatter/scolastico :Q__

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  1. (Giù;BAKA!
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    CITAZIONE (CaliMaru~ @ 20/7/2011, 19:43) 
    Ecco Samih fatti valere! *esulta*
    Quanta suspence, non vedo l'ora di leggere la prossima parte *w* Giù, stai diventando il mio idolo ♥ Bello il mio "ciemmecù", vero? LOL

    :tic:
    Siccome la hi è fuggita mo' rimani solo tu. (*solitudine*)
    Spero che da unica lettrice non mi abbandonerai. :rain:
    E alla fine in preda alla noia tornai dal tuo vero idolo (la hi :Q__, voglio assassinare quella donna)
    Ciemmecù ecco il nuovo pezzo.
    Questo è un po' "lunghetto"

    Nemmeno il giorno seguente si presentò a scuola. Il banco dietro di me sembrava sempre così vuoto.
    Quello di Angie ormai sembrava solo ospite di polvere e nient’altro. Anche Lexie e Patty erano assenti.
    Quando Annabel si presentò in classe passò accanto a me.
    «Il gioco è iniziato. Sta a vedere di cosa è capace!» mi disse ridendo stando attenta a non far sentire una sola parola alle altre ragazze.
    Le prime tre ore di lezione si svolsero senza problemi quando delle pesanti urla creano una rapida agitazione all’interno della classe. Provenivano dal primo piano.
    L’istituto era dotato di tre piani e una terrazza e la nostra aula si trovava al secondo.
    C’era una tale discriminazione nelle varie ale della scuola. I primi reparti costruiti erano veramente vecchi e malmessi che se qualcuno avesse trovato qualche animale simile ad un ratto non ci sarebbe stato nemmeno da stupirsi. Della nostra classe ancora ancora non ci si poteva lamentare ma alcuni studenti facevano lezioni in posti veramente disagiati. Ricordo ancora come nei primi giorni quel fatto mi colpì. Non era però molto importante al momento: qualsiasi fosse stata la stanza, l’ala, il piano o il tipo di aula Patty Roberson giaceva là, distesa, morta circondata in una pozza fatta del suo stesso sangue.
    Le pupille dilatate, alcune ciocche sparse sul pavimento e gli organi completamente smembrati sparsi in quello stanzino delle scope. Quella mattina sarebbe toccato a lei pulire il pavimento della nostra aula.
    Secondo le persone in divisa che arrivarono poco dopo doveva essere già morta da circa quattro ore.
    Bello arrivare in anticipo a scuola eh?
    Uno scatto, un colpo di genio, una presa rapida di coscienza. Tutto ora aveva un senso.
    Prendere l’autobus delle cinque e ventuno anziché quello delle sette, eh? Ben fatto Mizuko, davvero.
    Continuai a pensare alla giapponese. Immaginai la sua sottile sagoma scagliarsi contro quella di Patty. Smembrarla con quel suo sorrisetto sadico sul viso. Lo sguardo pieno di terrore e disperazione della ragazza: quanto suonava bene detto così. Mi misi a ridere come un idiota.
    Mi voltai verso un gruppetto di ragazze che piangevano disperate.
    Suvvia non era il momento per fare le false sentimentaliste: Patty era così acida che stava antipatica praticamente a tutte.
    Sorrisi allegramente e l’unica cosa che seppi dire fu «Beh? E ora chi pulirà la classe oggi? »
    Me ne andai e piombò il silenzio.

    In quel momento pensai a Mizuko. Dopo tutto questo come pensava di scamparla? La polizia non avrebbe ignorato quest’episodio, la gente non avrebbe esitato a dare la colpa a lei. Il mostro, l’animale, il demonio: non erano forse buoni motivi per discriminarla? Patty era sempre lì a insultarla in tutte le maniere possibili, non era di certo una valida motivazione per ucciderla, tantomeno in quella maniera così truce e spaventosa.
    Ricordai la figura della ragazza sventrata e non potei fare a meno di dirigermi verso lo stresso e malmesso bagno del primo piano per salutare allegramente la colazione di quella mattina che se ne andava dritta nel cesso nel vero senso della parola. Qualsiasi persona normale alla vista di quel sangue avrebbe sicuramente sboccato. Mi bloccai di scatto. Io non ero poi così diverso da Mizuko: la colazione rimase tranquillamente nella mia pancia ancora in attesa di essere digerita e al posto di quella sensazione di ribrezzo e paura c’era già quello strano sapore di eccitazione e soddisfazione che mi scorreva per tutte le vene. Sì, cazzo, finalmente quella puttana aveva fatto la sua giusta fine!
    Mi misi una mano fra i capelli: facevo pena. Una persona normale non riuscirebbe ad essere così felice alla morte di qualcuno. Già, una persona normale.
    Ero diventato pazzo. Non ci pensai due volte a scaricare tutta la colpa su quell’animale azzurro, quell’essere, quella bestia.
    Forse avrei dovuto rifletterci meglio, non era colpa di Mizuko.
    Lo specchio rotto e appannato la rifletteva, rifletteva la mia immagine. Fu allora che lo vidi.
    L’espressione sadica in volto, le pupille instabili, le gocce di sudore che mi rigavano il viso, le braccia contorte con cui stringevo con forza e noncuranza la camicia dell’uniforme in preda alla follia : io stesso ero il demonio.

    Fu la prima volta che riuscii ad avere paura di me stesso.
    Corsi via dal bagno come se l’unico mostro fosse l’immagine incisa sullo specchio.
    Stavo scappando dalla realtà. Quello ero proprio io.
    Ci vollero intere decine di minuti per riprendermi completamente dallo shock.
    Respiravo affannosamente cercando di rilassarmi con l’aiuto della fresca e autunnale brezza che arrivava da quella finestra spalancata nel corridoio. Riguardai il mio riflesso su di essa e tirai un sospiro di sollievo: ero tornato il normale ragazzino di sempre.
    È stata solo la mia immaginazione, cercai di pensare in quel momento.
    Sapevo bene che non era così, ma non volevo per nulla al mondo ammettere che quella giapponese aveva ormai lasciato un segno indelebile. Pensandoci ora e paragonando quel momento ad una linea nera su un foglio … allora quella linea era davvero sottile anche se in realtà era grossa non so quanto. Fatto sta che ben presto Mizuko sarebbe riuscita a colorarlo completamente quel fragile e sottile pezzo di carta piegandolo e ripiegandolo facendone la sua piccola gru, nonché una delle tante pedine del suo gioco. Quando sarebbe stato il mio turno di essere mangiato?
    Non mi ero ancora reso conto che più mosse facevo più il mio “scacco matto” si avvicinava.

    «Che hai? Hai lo sguardo perso Taslin.»
    Mi fece prendere un colpo.
    «I tuoi bei boccoli sono sempre sistemati a dovere eh, Annabel? »
    Lei rise e continuò «Sei davvero così indifeso Taslin … Sono qui da molto sai? Non te n’eri nemmeno accorto? Che tristezza.. »
    Da quanto questa donna mi osservava? Mi aveva visto? Aveva visto Samih Taslin il mostro?
    Trasalii al pensiero. Nessuno doveva vedermi così, né io né tantomeno lei.
    «Era stupenda. »
    Lo fece di nuovo, mi lesse nel pensiero.
    Ricominciai a respirare affannosamente. Volevano tutti quanti forse che la mia colazione finisse rigettata per il lavandino?
    «Ehi, Ehi! Non c’è bisogno di agitarsi tanto.» disse sfoggiando un sorriso a di cui ogni dentista dopo aver rimosso l’apparecchio ad un paziente sarebbe sicuramente andato fiero.
    «Beh con questo sei ufficialmente dentro. » riprese lei dandomi una pacca sulla spalla «Il tuo gioco comincia qui. »
    «Oh no, io credo sia proprio finito invece. »
    Iniziò a ridere come una matta, mi fece quasi paura.
    «Ahahaha! Tu dici? »
    «Beh ecco.. » esitai un attimo «A me pare un po’ impossibile.. cioè.. la arresteranno sicuramente.. Si capisce che è stata lei.. »
    Non sapevo più nemmeno parlare correttamente.
    L’unica sua reazione fu quella di ridere di nuovo, ancora più forte di prima, accasciandosi quasi al suolo da quanto era presa dalla sua risata.
    Poi serrò gli occhi, il suo cambiamento di espressione fu istantaneo.
    «Beh. Credo tu l’abbia sottovalutata, vedrai di cosa è capace. »
    Annabel se ne andò lasciandomi lì, di nuovo io e quella trasparente finestra che non smettevano un solo istante di fissarci. Non volevo che nemmeno lei mi guardasse. Ora parlavo pure con le cose? Ero patetico.
     
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  2. hina`6918
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    stavo per farti una statua per il pezzo corto e tu mi deludi così? *A*
    comunque domani sera leggo!!!

    anche io ti voglio assassinare!!!! **

    quanto amore che c'è tra noi ♥
     
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    Che esternazioni d'amore fantastiche ♥

    Oddio, che modo orribile di ammazzare una persona D: Però le sta bene è_é
    CITAZIONE
    «Beh? E ora chi pulirà la classe oggi? »

    QUESTO è un epic win. AHAHAHAHAH xD
     
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  4. (Giù;BAKA!
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    CITAZIONE (hina`6918 @ 21/7/2011, 11:30) 
    stavo per farti una statua per il pezzo corto e tu mi deludi così? *A*
    comunque domani sera leggo!!!

    anche io ti voglio assassinare!!!! **

    quanto amore che c'è tra noi ♥

    Hum siccome pensavo stessi via per chissà quanto avevo intenzione di punirti con un popò di roba da leggere :guruk:

    CITAZIONE (CaliMaru~ @ 21/7/2011, 13:32) 
    Che esternazioni d'amore fantastiche ♥

    Oddio, che modo orribile di ammazzare una persona D: Però le sta bene è_é
    CITAZIONE
    «Beh? E ora chi pulirà la classe oggi? »

    QUESTO è un epic win. AHAHAHAHAH xD

    E non è ancora nulla :blush:
    Voglio più sangue più sangue. :°D
    Comunque se non si fosse capito (no, non si è capito) il pezzo all'inizio descriveva la morte di Patty. :'D
     
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  5. (Giù;BAKA!
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    Altro spezzone per caricare la hina di roba :'D

    Passai la serata sgranocchiando un pacchetto di patatine comprato poco prima nel supermarket vicino casa.
    Incredibile quanto in quel quartiere desolato ci fosse un simile posto aperto ventiquattro ore su ventiquattro. La vecchia padrona lì era l’unica addetta al lavoro: si limitava a stare davanti alla cassa porgendo le vecchie monete e le sporche banconote con un sorriso ebete sul volto, dando a chiunque fosse stato il cliente lo scontrino fresco fresco senza mai aprire bocca.
    Riuscii a trovare inquietante anche quella donna: era rimasto qualcosa di normale nella mia vita?
    Mizuko non la vedevo da ieri sera e non l’avevo vista nemmeno sul ponte o mentre facevo un giretto nelle vicinanze. Dov’era?
    Bah, che mi fregava.
    Improvvisamente mi venne in testa l’immagine della giapponese mentre corrompeva con le mazzette la polizia in cambio del loro silenzio.
    Iniziai a ridere da solo come un’idiota mentre la tv accesa continuava a dare il meteo delle previsioni di domani. Da quand’è che avevo cominciato a pensarla così spesso?
    «Domani forti piogge in arrivo della corre-..»
    La spensi e, affogando la testa nel cuscino del vecchio divano, dimenticai completamente la faccenda dello specchio iniziando ad addentrarmi nei sogni più assurdi che un liceale possa fare.

    Non so se fu una coincidenza o un brutto scherzo del destino ma accadde.
    L’autobus numero 23 a causa di un malfunzionamento del motore fece scendere i suoi passeggeri prima dell’arrivo alla scuola comunale.
    Nonostante fossi l’unico sopra il mezzo mi allontanai come detto dall’autista senza la minima idea di dove potevo essere. Se non fosse stato per la pioggia avrei potuto anche lasciar correre, ma non avevo alcun ombrello e le goccioline fredde sul viso cominciarono a darmi fastidio tanto che iniziai a ripararmi con la giacca sfilandomela di dosso sebbene facesse un freddo cane.
    «Ah!Ma tu sei … »
    Lexie indossava un cappotto rosso e delle lunghe calze nere perfettamente in armonia con i suoi ricci capelli.
    «Lexie! Non mi aspettavo di trovarti qui. » finsi d’essere sorpreso.
    «Ah, ecco.. Facevo acquisti.. »
    Indicò una grande borsa frigo che sembrava urlare “Ehilà! Sono nuova di zecca!”.
    «Capisco.. Così lontano da casa.. »
    «Nel mio quartiere non la vendevano abbastanza grande. »
    Non le chiesi i dettagli evitando di metterla in imbarazzo anche se a dir la verità non me ne fregava proprio nulla.
    «Ah! Sei tutto zuppo. » disse avvicinando l’ombrello rosso anch’esso «Se vuoi possiamo fare un salto a casa mia.. Così ti asciughi.. S-sempre se vuoi. »
    Sorrisi e decisi di approfittare della gentilezza della ragazza.
    Non le chiesi perché stava, in modo molto chiaro, saltando scuola.
    Non è mai stato mio interesse farmi gli affari degli altri ma presto avrei capito tutto.

    «Prego, entra. »
    Ascoltai la ragazza e varcai l’uscio. Ero tutto bagnato, dalle punte dei capelli a quelle dei piedi.
    Tolsi le scarpe invase dall’acqua e mi incamminai verso il bagno lasciando una netta scia d’acqua nerastra su tutto il pavimento. Ancora prima d’entrare mi tolsi la camicia che in quel momento sembrava più un bombo straccio avvolto su sé stesso. Quanto odiavo la pioggia. Senza pensare alle conseguenze aprii quella porta: la porta che avrebbe cambiato nuovamente me stesso. Che male avrebbe potuto fare entrare nel bagno di una ragazza? Avrei pensato a tutto fuorché quello. Una persona normale avrebbe …-
    Già, di nuovo. Chi era normale? Ormai più nessuno.
    Sentii una mano tremarmi flebilmente sulla schiena. Mi voltai: la faccia di Lexie era qualcosa di disumano.
    Non so se avrei dovuto più spaventarmi della sua inquietante espressione o del cadavere di Angie nella vasca da bagno.
    «L’hai… visto? »
    No! Ho gli occhi forati di prosciutti.
    Certo che l’avevo visto.
    La pelle colore della neve, le vene secche, l’odore nauseante e una Angie intatta ancora con gli occhi aperti e ormai spenti giaceva circondata da acqua e ciò che poteva essere una cinquantina di sacchetti pieni zeppi di piccoli cubetti di ghiaccio quasi sciolti del tutto.
    «Ah. È l’ora di cambiarli. » disse lei fingendosi rilassata.
    No, non mi fregava. Con quella ragazza lì, morta da chissà ormai quanto non poteva certo farmela bere.
    La presi per un braccio e lo strinsi con forza quasi volessi dimostrarle tutta la mia disapprovazione e rabbia.
    «Da quanto è qui? »
    Non rispose.
    «DA QUANTO E’ QUI? » urlai.
    Muta come un pesce. Gli angoli sottili della sua bocca non accennavano muoversi.
    Sentivo, la sentivo: ribollirmi nelle vene sentivo quella sensazione di tradimento, quella sensazione di essere stati pugnalati alle spalle.
    «PERCHE’?! » urlai nuovamente «NON ERAVATE AMICHE?! »
    Immobile, una statua. Cazzo! Cazzo! Cazzo!
    Tu che puoi veramente muoverti fallo, dio santo.
    «Perché stai ferma?!» continuai con un tono di voce stridulo e rauco «Almeno.. guardami.. »
    Non so nemmeno a chi realmente stessi rivolgendo quella frase. Alla ragazza scura in piedi davanti a me o a quella pallida come la neve immersa nell’acqua? Probabilmente ad entrambe.
    «Ti ho detto … DI GUARDARMI! »
    La sbattei per terra facendole colpire con forza il lavandino.
    Finalmente la vidi in viso: le pupille impazzita, le sopracciglia che continuavano a contrarsi quasi senza più controllo, le labbra tremolanti.
    Anche lei era un demonio? No.. Non era la stessa espressione di Mizuko.
    Era qualcosa più simile alla disperazione, l’impossibilità di reagire, la paura di andare avanti. Rinchiusi in un passato e in un presente inesistente.
    È come se un uomo si rinchiudesse di propria volontà dentro ad una scatola senza uscita.
    Lexie era in trappola. Facilmente aveva abboccato alla trappola di Mizuko.
    In questo modo non solo sarebbe stata accusata di aver ucciso Angie, ma anche la morte di Patty ricadrà sulle sue spalle e Annabel … Lei lo sapeva.
    “Credo che tu l’abbia sottovalutata.. vedrai di cosa è capace..” le sue parole mi rimbombavano nella mente quasi volessero farla esplodere.
    C’era solo una cosa che non capivo: perché?
    Per quale motivo Lexie avrebbe dovuto ammazzare Angie? Non era la sua cara amica d’infanzia nonché il suo fresco amore? Mentiva?
    La ragazza si nascose il viso con le mani così come poté sebbene queste tremassero.
    «Io … volevo solo averla tutta per me. » singhiozzò.
    «Avremmo dovuto stare assieme per l’eternità. Proprio come le nostre due sorelle maggiori … La mia e quella di Angie.. si amavano. Tuttora si amano. Sono chissà dove assieme a coronare il loro amore riuscendo ad abbandonare pure le loro sorelline. Io.. avrei solo.. avrei solo voluto..» si interruppe.
    Il suo viso si riempì di grossi lacrimoni che le sgorgavano dai sottili occhi iniziando a bagnare anche la gonna sottostante.
    «.. avrei voluto.. Fosse mia. »
     
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  6. hina`6918
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    ti odio.
     
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  7. (Giù;BAKA!
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    Io VI odio.
    Con quel set di LovelyComplex mi ricordate in modo sfacciato il mio ex.
    *lancia coltelli*
     
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  8. hina`6918
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    scusa amore... *patta e prende al volo i coltelli*
    appena ne ho voglia leggerò
     
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    Sorry Giù D:"
    Ciemmecù.. *__________*
    Bene bene, gli psycho si moltiplicano, mi fa piacere :kill:
     
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  10. hina`6918
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    ok, finito di leggere!!!!
    amo le tue storie perchè non c'è uno sano di mente **
     
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  11. (Giù;BAKA!
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    Pezzo mediamente lungo :'D Devo rifarmi.

    Tornai a scuola come se niente fosse poco prima della pausa pranzo. Dopo aver fatto visita alla casa di Lexie chiamai la polizia sicuro che quella fosse l’ultima, fortunatamente, mia visita alla maledetta casa dove il cadavere dell’ultima ragazza che mi è piaciuta è stata ritrovata morta dopo una settimana dal suo decesso.
    Alla fin fine l’unico motivo per cui Lexie l’aveva uccisa era uno, semplice e banale: era gelosa.
    Da pochi giorni Angie aveva mostrato interesse in un ragazzo del suo quartiere ed erano quasi sul punto di mettersi assieme. La ragione per quanto stupida e sciocca fosse è stata causa di tutto questo caos. Le donne gelose sono capaci di uccidere? Non la smetterò mai di ripeterlo: le donne sono spaventose.
    Quella però non era la cosa che mi premeva di più, sebbene il gran trambusto non poteva fregarmene di meno della morte di una ragazza priva di significato per me e l’arresto di un’altra.. avevo di nuovo paura di Mizuko. Architettare tutto a tal punto? Chi riuscirebbe a nascondersi in questo modo? A poter negare l’evidenza sotto a un mucchio di bugie? È un genio, un vero genio. No.
    Cosa sto dicendo? Lei non è un genio: è il demonio.
    Mi misi a ridere talmente assorto fra i miei pensieri che non mi accorsi nemmeno che la gente che mi passava vicino lungo quel corridoio che pareva infinito mi guardava come fossi pazzo.
    In quel momento, nella mia mente, in quella testa contorta zeppa di pensieri folli riuscii a giurarglielo: non sarei stato da meno. Non volevo più tirarmi indietro, volevo giocare.
    Provai il forte desiderio di condurre il tutto. Non ero abbastanza pazzo per architettare una cosa del genere, ma decisi che sarei diventato abbastanza furbo per starle dietro.
    No, non ero furbo, ma è ormai tardi per accorgersene.
    «Mizuko ti cercava.. è in terrazza. » disse una ragazza piccola e minuta rivolgendosi a me con paura.
    Bene, non aspettavo altro.
    Chi fosse quest’altra donna non aveva importanza l’unica che volevo ora era quello spaventoso demonio.
    Solo lei riusciva a farmi venire i sudori freddi, solo lei riusciva a scatenare fuori tutte le mie emozioni nel modo più assurdo possibile, solo lei riusciva a farmi uscire pazzo: morivo dalla voglia di vederla.
    Mentre mi conducevo in terrazza con questi stupidi pensieri non riuscivo a considerare il fatto che lei si era già mossa. Aveva già preparato le sue prossime pedine e di nuovo non avrei potuto muovere un dito per fermare o condurre questo suo giochino a sfondo tutt’altro che macabro.

    «Ha smesso. » disse lei col viso rivolto verso il cielo «Che peccato. »
    «Ti piace la pioggia? » risposi.
    Il vento tirava fortissimo e i suoi celesti capelli sembravano quasi volersi staccare dal suo cranio.
    «Si, l’adoro. Non credi che sia perfetto per “la bambina d’acqua”? »
    «H-oh. Certo. Piace molto anche a me. » mentii ma sentivo che l’unico modo per tenerla a bada era quello di assecondarla il più possibile.
    «Sam.. Ti piacciono le storie? »
    Non risposi.
    «Te ne racconterò una. La bestia da circo imprigionata nella sua stessa casa. »
    Non mi allietava per niente, ma sentivo che dopo questa molte più cose sarebbero diventate chiare.
    Ok, in realtà provai un certo senso di eccitazione: non vedevo l’ora di ascoltarla.
    «Parla di una ragazza, non troppo diversa dall’essere trattata come un’animale, abitante in un circo gestito da un padrone severo. Lei non era una delle attrazioni principali, si limitava ad osservare mentre tutti gli altri danzavano cantavano e si divertivano. L’unica persona su cui poteva contare era la partner del padrone, la considerava una sorella. La cosiddetta sorella aveva dei capelli color oro e gli occhi come due gemme azzurre, era bellissima. Lei e il padrone però, sebbene si amassero non erano in buoni rapporti. La bella donna veniva continuamente maltrattata sotto gli occhi della giovane ragazza mostro e anche lei veniva tormentata dagli altri componenti del circo. Comportamenti disumani, dolore e sofferenza segnarono la vita di quest’ultima a tal punto da lasciarle un segno di cui si sarebbe ricordata a vita. Era un tiranno. Non si seppe mai se fu per altri motivi o perché vivesse in condizioni che nemmeno un animale potrebbe sopportare, ma ella morì, lasciando la ragazza bestia sola. Il padrone dopo la morte della sua amata impazzì:
    “Perché non è qui?
    Perché al suo posto ci sei solo tu, mostro?!”
    Le chiese di cantare per lui. Lei si rifiutò. In preda all’ira l’uomo uccise tutti, uccise tutte le persone, donne e bambini che in quel circo lavoravano. Alla fine rimase solo la bestia.
    “Ehi! Tu! Alzati fenomeno da baraccone.”
    Lei non si alzò. Lui si tolse la vita.»
    Finì di raccontare e io ero in uno stato di completa follia.
    Lo capii, subito mi fu chiaro. La donna bellissima, la ragazza bestia, il padrone tiranno: quella era la vita di Mizuko.
    «In realtà.. » disse lei «Anche se l’avrai già capito.. »
    Si! Continua, dillo. Avanti! Non lasciarmi tutta questa suspense.
    Non vedevo l’ora: ormai sapevo tutto ma le parole che le uscivano di bocca erano come droga, qualcosa di stimolante, quasi fossero come ossigeno per me.
    Ero folle, completamente pazzo. La paura dentro al mio cuore non era diventata altro che una sensazione così piacevole. Indubbiamente ciò che avevo davanti era solo il demonio, ma non ce n’era più da lamentarsene.
    «C’è un’altra storia che vorrei raccontarti. » disse lei.
    Non servì nemmeno che facessi cenno col capo, Mizuko capì che ero nettamente interessato.
    «Parla di una ragazza, non troppo diversa dall’essere trattata come un’animale, abitante in una villa poco lontana dalla piccola città governata da un padrone severo. Lei nonostante lo fosse non era considerata sua figlia, si limitava ad osservare le sue sorellastre danzare e cantare assieme alla sua matrigna. L’unica persona su cui poteva contare era l’amante del padrone, nonché la sua vera madre. Aveva dei capelli color del cielo e gli occhi come due gemme azzurre, era bellissima. Lei e il padrone però, sebbene avessero una relazione d’amore non erano in buoni rapporti. La bella donna veniva continuamente maltrattata sotto gli occhi della giovane ragazza mostro e anche lei veniva tormentata a sua volta dalle odiose sorellastre. Comportamenti disumani, dolore e sofferenza segnarono la vita di quest’ultima a tal punto da lasciarle un segno di cui si sarebbe ricordata a vita. Era un tiranno. Non si seppe mai se fu per altri motivi o perché vivesse in condizioni che nemmeno un animale potrebbe sopportare, ma la madre della ragazza bestia morì, lasciandola sola. Essa subito dopo la morte dell’unica cosa che le era cara al mondo impazzì:
    “Perché non è qui?
    Perché al suo posto ci sei solo tu?!”
    Urlò con disperazione all’uomo che non riuscii mai a considerare un padre. Lui si rifiutò di risponderle. In preda all’ira la ragazza le uccise tutte, uccise tutte le sue “adorate”sorellastre,la madre di quest’ultime e persino le badanti che vivevano in quella casa. Alla fine rimase solo il padrone.
    “Ehi! Tu! Alzati assassino.”
    Lui non si alzò. Lei si tolse la vita.»
    Ci fu un attimo di silenzio abbastanza per riuscire a placare tutte le folli emozioni che si erano insediate dentro di me.
    «Scherzavo! » disse «La ragazza non si uccise e non risparmiò quell’uomo. Ecco cosa differenzia il padrone del circo dalla ragazza della seconda storia. Lei scelse, nel modo più assurdo possibile, di vivere. »
    Si avvicinò ponendomi le braccia attorno al mio sottile collo «Ed è ancora qui viva e vegeta. » continuò lei sorridendo.
    Allora dopotutto il fatto che i suoi parenti fossero morti per mano sua era la verità.
    Annabel non mentiva. Immaginai in quell’istante come questa storia qualche anno prima era passata anche attraverso le orecchie della ricca boccoluta.
    Pensai: era rimasta sconvolta o semplicemente come me non era altro che elettrizzata da quella storia?
    Avessi dovuto raccontare il mio passato non sarebbe stato da meno, ma sentii che quello non era il momento più opportuno. Anzi.. perché avrei dovuto raccontarglierlo?
    Ormai era troppo tardi per chiederselo. Ero così preso da lei che le avrei raccontato anche la mia vita prima della nascita.
    «Allora che hai deciso? » riprese con tono di sfida «Vuoi giocare con me a quel “gioco”? »
    Era strano, troppo strano. Pochi giorni prima provavo solo paura e disgusto e tutto d’un tratto quella proposta iniziò a diventare così invitante.
    «Non ne sono ancora così sicuro.. » dissi accarezzandole le ciocche dei celesti capelli «Ci penserò. »
    Lei sorrise «Bene, è già un buon passo. »
    Il suo viso da bestia non era più in fondo così raccapricciante. Quell’espressione le donava davvero.
    Su quel vuoto terrazzo oltre alle scure ringhiere si potevano notare due distinte sagome: quella del demonio e di un normale studente che stava per compiere un patto con lui.
    In realtà non era un semplice studente, anch’esso era un demone: un demonio sotto le fragili spoglie di un docile capretto indifeso che ben presto si sarebbe risvegliato all’odore del sangue.
     
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    Questa ff è una droga. Mizuko è un f*ttuto genio e samih diventa sempre più psicopatico, il che è un bene owiamente **
    Voglio un altro spezzone donnaH :kill:
     
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  13. (Giù;BAKA!
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    Non parlammo dell’episodio di Patty. Non riuscii mai a chiederle come aveva fatto ad architettare nei minimi dettagli avrebbe sicuramente risposto che era solo una fatale coincidenza del destino.
    Tornammo a casa assieme: seduti fianco a fianco sull’autobus numero 23.
    Soli, circondati da una ventina di sedili scricchiolanti e i finestrini chiusi, come sigillati da quanto fossero vecchi. Tutto in torno a noi sapeva di vissuto; in quell’ambiente stonavamo.
    La sua testa tutto d’un tratto si poggiò sulla mia fredda spalla. La guardai, la bocca socchiusa e le ciglia rivolte verso il pavimento: era crollata, dormiva.
    Dopotutto anche per lei il “gioco” era qualcosa di stancante. Chissà.. magari non aveva chiuso occhio per progettare il suo “piano malefico”. Detto così sembravano solo un mucchio di stronzate.
    Ripensai alla prima volta che la incontrai, quando usò la mia sedia come poggiapiedi e mangiò il pranzo col solo utilizzo degli arti inferiori: alla fine faceva sempre quello che le pareva.
    Come poteva avere una ragazza dal passato così remissivo essere una tale viziata? Era solo un modo per farsi notare? Per non rimanere sola di nuovo? Eppure non sembrava tenerci così tanto alle persone.. Chissà che fine aveva fatto Rio.. il suo ex.. Rabbrividii.
    Mi calmai osservando il suo dolce volto addormentato: a chi poteva far del male una tale creatura?
    Conoscevo benissimo cos’era, ma sebbene lo sapessi io ero lì. La vera Mizuko: la bestia del circo.
    Io l’accettavo, continuavo ad accettarla sempre di più. Piano piano si faceva strada nella mia vita senza poterla fermare. Era proprio come aveva detto Annabel.. Non sarei più riuscito a scappare da lei.. Ma non perché non ne fossi capace, non volevo.
    Sospirai. «Sono una bestia.»

    Capitolo 2 Homerun – Il contrattacco del demone nero

    Il giorno seguente tutto era tornato alla normalità. Le ragazze non sembravano neanche badare alla fugace scomparsa di Patty. La odiavano. Elliot rapito dai suoi soliti libri, Bridgette e le sue amiche oche a parlare sempre di qualche “figo” diverso … Anche Mizuko sedeva al suo solito posto sorridente e allegra come non mai.
    «Buongiorno, Sam!» schiamazzò appena mi accomodai al mio banco.
    «’giorno!» risposi.
    «Ehi Ehi! Sai che si dice in giro?» disse lei.
    Non era mai stata così pettegola, doveva essere qualcosa che l’aveva colpita particolarmente.
    Non risposi nemmeno quando lei iniziò a partire col suo discorso.
    «Sembra che Cyndi Harris si sia messa con un bel rosso di terza! Incredibile eh?»
    «Bah, non mi interessano ‘ste cose …»
    «Eeeeh? Che cattivo che sei Sam!»
    Pareva tutta piena di stupore quando invece glielo si leggeva in faccia: come una qualsiasi insulsa ragazza era semplicemente invidiosa.
    Mi stupii molto. Era veramente Mizuko quella? Dopotutto anche lei sperava in un felice e breve amore da liceale? Qualsiasi uomo avrebbe dovuto essere tanto, ma tanto malato per mettersi con la giapponese.
    “Ehi! La mia ragazza è il demonio!”
    Risi fra me e me. Chi era tanto folle? Probabilmente io.
    Ripensai a quel ragazzo di nome Rio di cui Annabel mi aveva accennato. Com’era stato il loro amore? Sicuramente una relazione con un mostro del genere non poteva essere qualcosa di comune, eppure tutte quelle emozioni che Mizuko riusciva a trasmettere una normale donna non me le avrebbe mai potute dare.
    Solo lei. Chissà … se la giapponese era così invidiosa pensai: avrebbe voluto un fidanzato?
    Immaginai me e lei assieme e al solo pensiero rabbrividii.
    La guardai: beh forse dopotutto non sarebbe stato così male.
    Cyndi, la ragazza che prima Mizuko aveva nominato, non era molto carina ma piuttosto sembrava un tenero animaletto indifeso. Piccola e minuta, con gli occhi grandi, i capelli corti e neri, scompigliati come appena svegliata. Cosa ci avrebbe trovato un ragazzo in una tipa simile?
    Voglio dire, di ragazze carine ce n’erano tante nella nostra classe e ancora di più nell’intera scuola.
    Mizuko mi guardò e mi sorrise stringendomi un braccio.
    «Fa niente!» disse «A me basti tu, Sam!»
    Arrossii di colpo «Ma che farnetichi …»
    Le accarezzai i lunghi capelli verde acqua e mi alzai per andare in bagno.
    «… stupida donna.»

    Cyndi proprio come aveva detto Mizuko non finì per due minuti per non parlare del suo bel ragazzo che nonostante tutto non si era mai fatto vivo una sola volta. Le sue amiche sembravano ascoltarla con ammirazione, ma dietro di loro si celava semplicemente il contagioso sentimento quale l’invidia.
    Sebbene inizialmente fossero intenzionate ad ascoltarla iniziò a diventare pesante: in classe, in mensa, doposcuola e persino nel mezzo delle lezioni … Ormai tutti sapevano cosa quei due si scrivevano ogni giorno per messaggio e ciò che avevano fatto su quel bianco letto dell’infermeria.
    Per quanto potesse fregarmene era impossibile non sentire: sembrava quasi lo volesse urlare al mondo.
    “Il fidanzamento tra Cyndi e il figo di terza” in prima pagina di un’importante giornale inglese, letto dalla regina sorseggiando una calda tazza di tè verde.
    Risi. Quanto ancora sciocchi potevano essere i miei monologhi?
    «Ehi, Sam. Che c’è di così divertente?» mi svegliò Mizuko dai miei pensieri.
    Avevo quasi dimenticato di essere sopra il solito autobus con lei.
    «Hmm … Niente. Ripensavo a quella Cyndi.» risposi.
    «Eeeh? Non avevi detto che non ti interessava?»
    «Beh si, ma …» continuai «… eh? L’ho detto?»
    «Qualcosa come “Non mi interessano le storie amorose” e blablabla.»disse lei giocherellando con le dita sulla mia guancia sinistra.
    «Però ecco … Pensavo» ripresi incrociando le gambe «Quel tipo … Fa veramente sul serio con lei?»
    Lei rise «Suppongo di no. Non ce ne metterà molto ad accorgersi di questo.»
    «Come immaginavo …»
    Prese a fissarmi. Non avevo idea di che pensasse.
    «Lo sai? L’amore inizia con la curiosità, poi diviene quasi un gioco ed è lì che viene il momento più difficile.»
    Si avvicinò scorrendo la sua mano sul mio petto.
    Il vecchio smalto nero cominciava ormai a sfaldarsi da quelle lunghe e arrotondate unghie.
    «E’ lì che si decide se prendere tutto ciò seriamente o meno: continuare o mollare?»
    Mi accarezzò il collo. Sentii dei brividi pervadermi completamente.
    «Tu che intenzioni hai, “Perdonatore”?»
    Chiusi gli occhi e risi. La mia espressione mutò, mi grattai il capo e le posai entrambe le mani sulle sue strette quanto fragili spalle.
    «E tu? Riuscirai a perdonare te stessa per avermi coinvolto nel tuo stupido “gioco”?»
    Tentai di baciarla. Mi chiedo ancora oggi il perché. Non riuscivo forse a resisterle?
    «Credi sia così facile rivoltarmi contro le mie stesse parole?» rispose evitando il mio bacio scontando il capo. Quel suo sorrisetto malizioso era terribilmente attraente sebbene chiunque altro non ci avrebbe trovato nulla di così emozionante se non il fatto d’essere veramente spaventoso.
    «Sei così bella.»
    Le parole mi uscirono da sole di bocca. Il suo volto arrossì e si scostò da me girandosi verso il finestrino.
    «Stupido.»

     
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    Arrossii di colpo «Ma che farnetichi …»
    Le accarezzai i lunghi capelli verde acqua e mi alzai per andare in bagno.
    «… stupida donna.»

    Ohssì. Questo sviluppo mi piace.
    Adesso basta che si mettano ad uccidere tutti insieme allegramente e sarò contenta *ç*
     
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  15. hina`6918
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    ora ci manca solo la scena di sesso selvaggio tra quei due, vicino a una trentina di cadaveri sanguinanti ** non credo di poterla leggere, ma ci spero XD
     
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52 replies since 16/7/2011, 18:45   515 views
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