La ragazza Verdeacqua intrisa nel rossosangue

Splatter/scolastico :Q__

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  1. (Giù;BAKA!
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    Non parlammo dell’episodio di Patty. Non riuscii mai a chiederle come aveva fatto ad architettare nei minimi dettagli avrebbe sicuramente risposto che era solo una fatale coincidenza del destino.
    Tornammo a casa assieme: seduti fianco a fianco sull’autobus numero 23.
    Soli, circondati da una ventina di sedili scricchiolanti e i finestrini chiusi, come sigillati da quanto fossero vecchi. Tutto in torno a noi sapeva di vissuto; in quell’ambiente stonavamo.
    La sua testa tutto d’un tratto si poggiò sulla mia fredda spalla. La guardai, la bocca socchiusa e le ciglia rivolte verso il pavimento: era crollata, dormiva.
    Dopotutto anche per lei il “gioco” era qualcosa di stancante. Chissà.. magari non aveva chiuso occhio per progettare il suo “piano malefico”. Detto così sembravano solo un mucchio di stronzate.
    Ripensai alla prima volta che la incontrai, quando usò la mia sedia come poggiapiedi e mangiò il pranzo col solo utilizzo degli arti inferiori: alla fine faceva sempre quello che le pareva.
    Come poteva avere una ragazza dal passato così remissivo essere una tale viziata? Era solo un modo per farsi notare? Per non rimanere sola di nuovo? Eppure non sembrava tenerci così tanto alle persone.. Chissà che fine aveva fatto Rio.. il suo ex.. Rabbrividii.
    Mi calmai osservando il suo dolce volto addormentato: a chi poteva far del male una tale creatura?
    Conoscevo benissimo cos’era, ma sebbene lo sapessi io ero lì. La vera Mizuko: la bestia del circo.
    Io l’accettavo, continuavo ad accettarla sempre di più. Piano piano si faceva strada nella mia vita senza poterla fermare. Era proprio come aveva detto Annabel.. Non sarei più riuscito a scappare da lei.. Ma non perché non ne fossi capace, non volevo.
    Sospirai. «Sono una bestia.»

    Capitolo 2 Homerun – Il contrattacco del demone nero

    Il giorno seguente tutto era tornato alla normalità. Le ragazze non sembravano neanche badare alla fugace scomparsa di Patty. La odiavano. Elliot rapito dai suoi soliti libri, Bridgette e le sue amiche oche a parlare sempre di qualche “figo” diverso … Anche Mizuko sedeva al suo solito posto sorridente e allegra come non mai.
    «Buongiorno, Sam!» schiamazzò appena mi accomodai al mio banco.
    «’giorno!» risposi.
    «Ehi Ehi! Sai che si dice in giro?» disse lei.
    Non era mai stata così pettegola, doveva essere qualcosa che l’aveva colpita particolarmente.
    Non risposi nemmeno quando lei iniziò a partire col suo discorso.
    «Sembra che Cyndi Harris si sia messa con un bel rosso di terza! Incredibile eh?»
    «Bah, non mi interessano ‘ste cose …»
    «Eeeeh? Che cattivo che sei Sam!»
    Pareva tutta piena di stupore quando invece glielo si leggeva in faccia: come una qualsiasi insulsa ragazza era semplicemente invidiosa.
    Mi stupii molto. Era veramente Mizuko quella? Dopotutto anche lei sperava in un felice e breve amore da liceale? Qualsiasi uomo avrebbe dovuto essere tanto, ma tanto malato per mettersi con la giapponese.
    “Ehi! La mia ragazza è il demonio!”
    Risi fra me e me. Chi era tanto folle? Probabilmente io.
    Ripensai a quel ragazzo di nome Rio di cui Annabel mi aveva accennato. Com’era stato il loro amore? Sicuramente una relazione con un mostro del genere non poteva essere qualcosa di comune, eppure tutte quelle emozioni che Mizuko riusciva a trasmettere una normale donna non me le avrebbe mai potute dare.
    Solo lei. Chissà … se la giapponese era così invidiosa pensai: avrebbe voluto un fidanzato?
    Immaginai me e lei assieme e al solo pensiero rabbrividii.
    La guardai: beh forse dopotutto non sarebbe stato così male.
    Cyndi, la ragazza che prima Mizuko aveva nominato, non era molto carina ma piuttosto sembrava un tenero animaletto indifeso. Piccola e minuta, con gli occhi grandi, i capelli corti e neri, scompigliati come appena svegliata. Cosa ci avrebbe trovato un ragazzo in una tipa simile?
    Voglio dire, di ragazze carine ce n’erano tante nella nostra classe e ancora di più nell’intera scuola.
    Mizuko mi guardò e mi sorrise stringendomi un braccio.
    «Fa niente!» disse «A me basti tu, Sam!»
    Arrossii di colpo «Ma che farnetichi …»
    Le accarezzai i lunghi capelli verde acqua e mi alzai per andare in bagno.
    «… stupida donna.»

    Cyndi proprio come aveva detto Mizuko non finì per due minuti per non parlare del suo bel ragazzo che nonostante tutto non si era mai fatto vivo una sola volta. Le sue amiche sembravano ascoltarla con ammirazione, ma dietro di loro si celava semplicemente il contagioso sentimento quale l’invidia.
    Sebbene inizialmente fossero intenzionate ad ascoltarla iniziò a diventare pesante: in classe, in mensa, doposcuola e persino nel mezzo delle lezioni … Ormai tutti sapevano cosa quei due si scrivevano ogni giorno per messaggio e ciò che avevano fatto su quel bianco letto dell’infermeria.
    Per quanto potesse fregarmene era impossibile non sentire: sembrava quasi lo volesse urlare al mondo.
    “Il fidanzamento tra Cyndi e il figo di terza” in prima pagina di un’importante giornale inglese, letto dalla regina sorseggiando una calda tazza di tè verde.
    Risi. Quanto ancora sciocchi potevano essere i miei monologhi?
    «Ehi, Sam. Che c’è di così divertente?» mi svegliò Mizuko dai miei pensieri.
    Avevo quasi dimenticato di essere sopra il solito autobus con lei.
    «Hmm … Niente. Ripensavo a quella Cyndi.» risposi.
    «Eeeh? Non avevi detto che non ti interessava?»
    «Beh si, ma …» continuai «… eh? L’ho detto?»
    «Qualcosa come “Non mi interessano le storie amorose” e blablabla.»disse lei giocherellando con le dita sulla mia guancia sinistra.
    «Però ecco … Pensavo» ripresi incrociando le gambe «Quel tipo … Fa veramente sul serio con lei?»
    Lei rise «Suppongo di no. Non ce ne metterà molto ad accorgersi di questo.»
    «Come immaginavo …»
    Prese a fissarmi. Non avevo idea di che pensasse.
    «Lo sai? L’amore inizia con la curiosità, poi diviene quasi un gioco ed è lì che viene il momento più difficile.»
    Si avvicinò scorrendo la sua mano sul mio petto.
    Il vecchio smalto nero cominciava ormai a sfaldarsi da quelle lunghe e arrotondate unghie.
    «E’ lì che si decide se prendere tutto ciò seriamente o meno: continuare o mollare?»
    Mi accarezzò il collo. Sentii dei brividi pervadermi completamente.
    «Tu che intenzioni hai, “Perdonatore”?»
    Chiusi gli occhi e risi. La mia espressione mutò, mi grattai il capo e le posai entrambe le mani sulle sue strette quanto fragili spalle.
    «E tu? Riuscirai a perdonare te stessa per avermi coinvolto nel tuo stupido “gioco”?»
    Tentai di baciarla. Mi chiedo ancora oggi il perché. Non riuscivo forse a resisterle?
    «Credi sia così facile rivoltarmi contro le mie stesse parole?» rispose evitando il mio bacio scontando il capo. Quel suo sorrisetto malizioso era terribilmente attraente sebbene chiunque altro non ci avrebbe trovato nulla di così emozionante se non il fatto d’essere veramente spaventoso.
    «Sei così bella.»
    Le parole mi uscirono da sole di bocca. Il suo volto arrossì e si scostò da me girandosi verso il finestrino.
    «Stupido.»

     
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52 replies since 16/7/2011, 18:45   515 views
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